| Preghiere e
Meditazioni |
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7 marzo 1915 E’ passato il tempo del dolce
silenzio mentale, così tranquillo e puro, attraverso il quale si faceva
sentire la volontà profonda che si esprimeva nella sua onnipotente
verità. Adesso la volontà non si percepisce più e il mentale ritornato
ad essere necessariamente attivo, analizza, classifica, giudica,
sceglie, reagisce costantemente, come agente trasformatore, su tutto
ciò che s’impone all’individualità allargata al punto d’essere in
rapporto con un mondo infinitamente vasto, complesso e frammisto di
ombra e luce come tutto ciò che appartiene alla terra. E’ l’esilio da
ogni Ma essa non vuole disperarsi, non vuole credere a una sfortuna irreparabile; essa attende con umiltà, nello sforzo e la lotta oscura e nascosta, che il soffio della Tua gioia perfetta la penetri nuovamente. E, forse, proprio ciascuna delle sue modeste e segrete vittorie sono un valido aiuto per la terra… Se fosse possibile uscire definitivamente da questa coscienza esteriore, e rifugiarsi nella coscienza divina… Ma Tu hai proibito ciò, e lo proibisci costantemente: nessuna fuga fuori dal mondo, il fardello d’ombra e di bruttezza deve essere portato fino alla fine, anche se l’aiuto divino sembra essersi ritirato; bisogna rimanere nel seno della notte e camminare, anche senza bussola, senza faro, senza guida interiore… Non voglio nemmeno implorare la Tua misericordia, perché ciò che Tu vuoi per me, lo voglio anch’io; e tutta la mia energia è tesa unicamente ad avanzare, avanzare sempre, un passo dopo l’altro, malgrado la profondità delle tenebre e gli ostacoli del cammino; qualsiasi cosa giunga, Signore, è con amore fervente e immutabile che la Tua decisione sarà accolta. E anche se Tu hai visto che lo strumento è inadatto a servirTi, lo strumento non appartiene più a se stesso, è Tuo…. Tu puoi distruggerlo o magnificarlo; ma esso non esiste in sé e non vuole e non può nulla senza di Te…. |